Premiazione Concorso «Gesù Cristo si è fatto povero per voi»
L’undici novembre si è svolta la cerimonia di premiazione del concorso indetto dalla Caritas Diocesana in collaborazione con l’Ufficio Scuola della Diocesi di Lamezia Terme, rivolto agli studenti degli istituti superiori lametini, chiamati a riflettere sulla frase del Vangelo “Gesù Cristo si è fatto povero per voi”, tema del messaggio di Papa Francesco per la VI giornata mondiale dei poveri.
Il direttore della Caritas diocesana don Fabio Stanizzo ha introdotto l’evento al quale hanno preso parte il sindaco Paolo Mascaro, l’assessore alle politiche sociali Teresa Bambara e il presidente del consiglio comunale Giancarlo Nicotera. Don Marco Pagniello, direttore della Caritas Italiana, intervenuto alla cerimonia ha parlato agli studenti presenti ricordando il motto di don Lorenzo Milani, “I care”, esortandoli a “interessarsi all’altro, a ciò che vi circonda, perché solo avere a cuore gli altri ci consente di combattere la cultura dello scarto”, spiegando che la causa di ogni povertà è l’ingiustizia. Dal vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi, l’invito ad avere verso il povero la stessa responsabilità che si ha quando si è innamorati, con il cuore sempre in fibrillazione.
Anche quest’anno il Liceo “Fiorentino” è stato presente, partecipando al concorso attraverso la forma artistica e quella letteraria e con soddisfazione i nostri studenti sono stati premiati.
1 Classificata Alina Costantino (Classe V A Artistico) con l’opera: “Il Tempo è lotta”
Un disegno che vuole incoraggiare le persone ad affrontare le proprie paure; le costanti guerre che l’uomo affronta per se e per gli altri. Il disegno raffigura un uomo che ha affrontato e sta affrontando un’altra guerra e tutto ciò che ne deriva. Il teschio umano rappresenta soprattutto la storia. La storia di come il mondo è cambiato attraverso guerre, malattie, catastrofi. L’uomo ormai vecchio vive la costante paura di non sopravvivere. Il teschio indica che l’uomo non sempre esce vincitore dalle guerre e che molte persone sono disposte a lasciare la propria vita per la libertà. La determinazione di queste persone è riportata nello sguardo dell’uomo, pronto a lottare finché la sua vita non gli verrà strappata. A.C.
2 Classificata Natalia Mancari (Classe V A Artistico) con l’opera: “Dio concedimi un’ultima missione”
Il disegno è incentrato sui primi istanti e sulle prime immagini che ci sono state fornite agli inizi della guerra in Ucraina. Donne, bambini, anziani e persino gli animali domestici scappavano dal fuoco nemico attraverso ogni mezzo di trasporto possibile, oppure a piedi, rischiando la vita per non essere trovati dai soldati russi che erano arrivati fin dentro le loro case. Il disegno rappresenta un bambino, che cerca di scappare da solo, con le sue sole forze dalla guerra che si trova dietro le sue spalle. Nessun altro che lo accompagna, trascina i suoi passi con le lacrime e la sensazione di essere perso. Ciò che non sa è che non è solo, poiché lo sta accompagnando un soldato, che potrebbe essere un padre, un fratello: un angelo custode, che lo tiene per mano, stretto vicino a lui per evitare che si perda o che non perda la strada. Il soldato è raffigurato come un personaggio sbiadito, privo di colore, uno spirito che chiede aiuto per cercare di svolgere un ultimo compito, guidare quel bambino per trovare un luogo sicuro. La scelta di non inserire nessun particolare all’interno dello sfondo è che volevo fare diverse interpretazione del vuoto che hanno davanti i due personaggi: possiamo intuire cosa potrà accadere al bambino quando raggiungerà il suo fine di arrivare in un posto sicuro, lontano dalla guerra e dalla sofferenza e, dall’altra parte, il soldato dopo che avrà portato a compimento la sua ultima missione, sarà finalmente libero dal suo peso e dovere morale di fare la cosa giusta per un’innocente. N.M.
3 Classificato Lorenzo Karol Palmieri (Classe III B Classico) con la poesia: “Povertà, solidarietà, felicità”
“La guerra, le migrazioni e tutte le forme di povertà, la differenza che c’è tra i verbi “curare” e “prendersi cura” stanno alla base del discorso principale sulla solidarietà”
Povertà, solidarietà, felicità
La piaga peggiore della società,
a molti toglie la libertà,
questa si chiama povertà.
Un nemico difficile da scongiurare,
una battaglia dura da affrontare,
un argomento scomodo da trattare.
Impedisce a molti di vivere felici,
alle volte si possiedono solo gli amici,
a tanti impedisce di vivere i sogni,
rovinando la vita di ogni.
L’aiuto alle volte sembra scontato,
ma non da tutti è messo a disposizione,
vedendo sul ciglio della strada un malato,
ad aiutare a vivere meglio basterebbe solo un’azione.
Per aggiungere un pò di felicità,
basterebbe praticare un pò di solidarietà.